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Principessa per una notte

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Seconda tappa: da Spessa Po a Paderna, km 66,4

La splendido Castello di Paderna

Stamattina mi sono svegliata allegra, felice di pedalare come non mai, con la voglia di far scorrere veloce quella catena tra gli ingranaggi, quegli scenari attorno, quei chilometri di sterrato o strada o terra sotto le nostre ruote. Avevo voglia di correre e di canticchiare, cosa che, in effetti, ho fatto.

Dopo una colazione spartana e un cambio ruota bucata di Alberto, abbiamo lanciato un ultimo sguardo alla bella corte di Artemista e presto imboccato il lungo argine che ci ha portati fuori dalla provincia di Pavia, verso l’Emilia del Piacentino. Abbiamo visto da lontano, sul ponte parallelo al nostro, il famoso e autoironico monumento alla zanzara (effettivamente protagonista in queste terre, anche ora mentre scrivo, ahimè)!

La strada lungo i campi si è snodata tranquilla, con qualche saliscendi ancora docile. Gli sterratini non sono mancati, permettendomi di familiarizzare con la tenuta della mia bici. Visto che i chilometri scorrevano tranquilli (e che Ottavia ha imparato che esiste il cambio marcia), abbiamo optato anche per una deviazione di poco conto pur d’includere nell’itinerario Grazzano Visconti, un piccolo pittoresco paesino all’ingresso della Val di Nure, nel Piacentino.

Il borgo è stato ristrutturato in stile neo medievale ed è caratterizzato da alcuni edifici e viali piacevoli da attraversare con una breve passeggiata. Ci sono anche diversi ristoranti e alcune iniziative estive che animano l’abitato (soprattutto in primavera e ottobre pullulano le rievocazioni con abiti medievali, pare). La presenza più imponente è quella del Castello circondato da un grande parco di 15 ettari (visitabile il sabato pomeriggio e la domenica).

Grazzano Visconti, paesino neomedievale del piacentino

Dopo una tappa ristoratrice non esattamente economica, abbiamo ripreso la via alla volta della nostra destinazione serale: avremmo trascorso la notte niente po’ po’ di meno che al Castello di Paderna, nel comune di Pontenure, accanto al quale passa la via Francigena, che spesso in questi primi chilometri stiamo incrociando.

Il maniero ci impressiona sin dall’arrivo, quando lo vediamo spuntare austero tra le vigne, circondato da un fossato che ospita il raro luccio padano. Fa un certo effetto suonare al campanello di un’imponente torre fortificata. Ci accoglie Cristina – si chiama così anche la proprietaria – accompagnata da una simpatica cagnona di nome Dorotea. Poco dopo ci raggiunge anche Pierluigi, il marito di Cristina, nobile con la passione per le varietà botaniche ed enologiche rare. Li incontreremo nuovamente a cena per farci raccontare che cosa produce l’azienda agricola biologica di loro proprietà e come mai hanno deciso di ospitarci.

Le nostre residenze per la notte sono due mini appartamenti che si affacciano sia sulla campagna circostante e sul fossato, sia sulla deliziosa e ampia corte interna del maniero. Facciamo anche in tempo a visitare l’antica cappella del castello, con colonne di origine romana, e a fare due passi negli spazi verdi che circondano le mura. Pare di essere dentro a una fiaba: per gli scenari, per la pace, per l’atmosfera sospesa.

A cena – degustando una freschissima pasta preparata con le verdure biologiche coltivate da loro – scopriremo che Cristina e Pierluigi, a dispetto dell’elegante fortilizio che abitano, sono estremamente accoglienti e aperti verso l’esterno. Svolgono attività di fattoria didattica, sono bramosi di chiacchierare con i viandanti di passaggio diretti a Roma a piedi o in bicicletta, che spesso invitano a far sosta al castello, organizzano eventi culturali come la popolare manifestazione “Frutti Antichi”, una rassegna di piante, fiori e frutti dimenticati gestita ogni inizio ottobre, insieme al FAI, Fondo Italiano per l’Ambiente, evento al quale accorrono oltre 12 mila visitatori!

Cristina e Pierluigi, proprietari del Castello di Paderna

Sono molto curiosi di capire meglio che cosa significa essere viandante e mettersi in cammino lungo la via Francigena. Questo è il motivo per cui hanno contattato l’Associazione Movimento Lento e noi ci siamo ritrovati loro ospiti. Ci fanno molte domande, dapprima timorosi, poi sempre più interessati. Scopriamo così che il loro desiderio sarebbe quello di aprire le porte il proprio castello ai pellegrini, almeno in alcuni periodi dell’anno! Noi cicloturisti ci guardiamo sorridenti, quasi increduli.

Ciò che più ci stupisce è che i nostri aspiranti ospitalieri castellani – custodi di un potenziale “ricovero” a dir poco spettacolare - sono preoccupati di non poter offrire ai camminanti una sistemazione adeguata. Ci chiedono più volte se secondo noi la loro “foresteria” potrebbe andar bene, vogliono sapere che cosa si aspetta un pellegrino. Beh, un’accoglienza genuina, come quella che abbiamo trovato noi, grazie!

testi e foto di Cristina Favento©

Gli sponsor del mio viaggio

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